Rimini | Aeradria, Gnassi a Carim: Non dare adito a forzature
Anche il sindaco di Rimini Andrea Gnassi risponde alle perplessità di Banca Carim circa il piano di concordato depositato in tribunale per salvare la società di gestione Aeradria dal fallimento. Anche il sindaco come ha già fatto ieri con parole più dure il presidente della Provincia Stefano Vitali, il grande accusato, ricorda a Banca Carim le difficoltà e il commissariamento di tre anni fa. “Le colpe? Le responsabilità? Lì ci si è rimboccati le maniche e, specie i piccoli azionisti che rappresentano l’anima e il cuore della banca, hanno accettato, prima dei processi alle colpe, il sacrificio azionario, mettendosi ancora una volta le mani in tasca e nel portafoglio per sanare i disastri combinati da e per. Le spiegazioni sono ancora confuse. C’era un bene da salvare, c’era un pilastro della comunità da tutelare, c’era un supporto dell’economia locale da non far morire: lo si è fatto, senza indugi o retropensieri. Lo stesso atteggiamento che permea oggi la riflessione del Consiglio di Amministrazione di ‘Banca Carim’ nei confronti della debitrice Aeradria”.
Non abbiamo fatto storie, ricorda il sindaco, di fronte a “quelle stesse difficoltà, ad esempio, che il Comune di Rimini ha ben compreso e accettato allorché la Fondazione Carim, dopo anni di annunci, si è sfilata in un battibaleno dalla realizzazione del nuovo Auditorium, lasciando uno “squarcio” in una parte strategica della città, al quale si dovrà riparare con una visione integrata di sviluppo, senza fermarsi a verificare di chi è la colpa. O le difficoltà dovute alla situazione disperata di alcune grandi aziende private debitrici della banca che hanno esse stesse scelto la strada del concordato di continuità per cifre molto più elevate di Aeradria, senza per questo ritrovarsi dubbi e perplessità del creditore sui giornali”.
E allora, dice il sindaco, “se oggi Banca e Fondazione sono in un meccanismo di governance nuovo fatto di autonomia e competenze, queste non solo le assumiamo ma crediamo sia indispensabile per un cammino di comune responsabilità nel nome del bene collettivo. Basta non farsi prendere la mano da tentazioni e forzature. Non lo si è fatto tra 2010 e 2011 per Banca Carim, non lo si deve fare oggi per Aeradria. Al contrario si costruiscano relazioni tra pubblico, privati e banche affinché si possano cogliere le opportunità per i progetti di trasformazione urbana che rappresentano la chiave per attirare a Rimini turisti e cittadini temporanei. Magari facendoli sbarcare nel nostro aeroporto”.